Camminando sul Lungotevere in Augusta a Roma, lo sguardo viene catturato da qualcosa di imponente e prezioso tanto da somigliare a una specie di scrigno enorme: è l'Ara Pacis, l'altare eretto dall'imperatore Augusto tra il 13 e il 9 a.C. nel Campo Marzio settentrionale per celebrare la pace stabilita in tutto il territorio dell'impero romano. L'età augustea, grazie alla fioritura delle arti e delle lettere, allo sviluppo della rete stradale, all'impulso dato all'agricoltura e al commercio, rappresentò uno dei momenti di maggiore benessere nella storia dell'antica Roma.
La pace è un bene prezioso che spesso purtroppo viene sotterrata da interessi economici e militari che per secoli hanno caratterizzato la storia di tutta l'umanità. Stessa sorte è toccata all'altare ad essa dedicato che ben presto venne interrato a causa del continuo processo di innalzamento del terreno nell'area circostante dovuto in gran parte agli straripamenti del Tevere.
Per più di un millennio il silenzio calò sull'Ara Pacis, facendo perdere persino la memoria del monumento.
Il recupero dell'Ara Pacis inizia nel XVI secolo, ma poi ritorna nell'oblio e bisognerà attendere fino al 1859, quando Palazzo Peretti, costruito sopra all'Ara Pacis, richiede lavori di consolidamento durante i quali viene rinvenuto il basamento dell'altare e numerosi altri frammenti scolpiti, non tutti estratti per l'angustia del sito e per timore di mettere in pericolo i muri del palazzo.
Soltanto nel 1903, a seguito del riconoscimento dell'Ara operato da Friedrich von Duhn, viene inoltrata una richiesta al Ministro della Pubblica Istruzione per la ripresa dello scavo che però viene presto interrotto a causa delle difficili condizioni di recupero dei resti archeologici.
Nel 1937, il Consiglio dei Ministri in vista del bimillenario della nascita di Augusto decretò la ripresa dello scavo, con l'impiego di tecniche di avanguardia che hanno permesso il recupero completo del monumento inaugurato da Mussolini nel 1938.
Oggi l'Ara Pacis è parte integrante di un nuovo complesso museale realizzato da Richard Meier & Partners Architects, studio statunitense a cui si devono alcuni dei più notevoli musei della seconda metà del Novecento. In particolare il monumento è inserito in una enorme teca di vetro altamente tecnologica per proteggerlo dall'umidità e dall'inquinamento atmosferico che stavano lesionando gravemente l'altare. Per la realizzazione del nuovo Museo sono state impiegate materie prime in grado di garantire l'integrazione con l'ambiente circostante: il travertino, come elemento di continuità coloristica, l'intonaco e il vetro, in grado di offrire una compenetrazione tra interno ed esterno, un contemporaneo effetto di volume e trasparenza, di pieno e vuoto. La teca di vetro consente anche un buon isolamento acustico dai rumori provenienti dal traffico urbano permettendo ai visitatori di ammirare il monumento immersi in un piacevole silenzio con la trasparenza del vetro che consente di ammirare la bellezza dei fregi dell'altare attraverso la luce naturale.
In questi giorni la città di Roma sta ricoprendo la figura di Augusto dedicando all'imperatore una mostra importante presso le Scuderie del Quirinale e quindi una visita all'Ara Pacis è una tappa importante per tutti coloro che amano l'antica Roma e ancora oggi ne subiscono il fascino e ne comprendono l'importanza culturale e storica!
Museo dell'Ara Pacis, Nuovo spazio espositivo Ara Pacis
Lungotevere in Augusta, Roma
Foto di Gianni Antonio Grazioli
Post di Maria Milani
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