giovedì 12 luglio 2018

Recensione Salvare le ossa di Jesmyn Ward [NNE]







Dare la vita a qualcuno significa capire per cosa vale la pena combattere. E che cos'è l'amore.





Salvare le ossa
 Jesmyn Ward

NNE | 16 aprile 2018  | 316 pagine | cartaceo 19,00 € | e-book 8,99 €

Trilogia di Bois Sauvage
#1 Salvare le ossa
#2 Sing, Unburied, Sing
#3 When the LineBleeds


Un uragano minaccia la città di Bois Sauvage, Mississippi. Esch ha quattordici anni ed è incinta; suo fratello Skeetah ruba avanzi di cibo per i cuccioli di pitbull che stanno morendo nella polvere, mentre Randall e Junior cercano di farsi valere in una famiglia che sembra non conoscere la solidarierà. Nei dodici giorni che precedono l'arrivo devastante dell'uragano Katrina, i quattro fratelli orfani di madre si sacrificano l'uno per l'altro come possono. Uno sguardo potente e straziante sulla povertà rurale, Salvare le ossa è un romanzo rivelatore e reale, innervato di poesia.


Il pensiero di Blog Expres


Angoscia, squallore, violenza.
Pur riconoscendo il valore narrativo di "Salvare le ossa" non riesco a scrollarmi di dosso lo stato d'animo negativo che mi ha lasciato la lettura del primo libro della Trilogia di Bois Sauvage pubblicata in Italia da NNE.
Jesmyn Ward narra le vicende di quattro fratelli afro americani che vivono nello stato del Mississipi in una zona chiamata "La fossa" che è una via di mezzo tra una palude e una discarica...
Esch è l'unica femmina dei quattro e tutta la storia è raccontata attraverso la sua voce narrante. E' una ragazza che ha una bassa stima di se stessa e ciò la spinge a commettere una serie di errori come quello di innamorarsi di Manny, il ragazzo peggiore della comitiva.
Manny è un egoista ed egocentrico, un ragazzo molto scorretto non solo con Esch, ma anche con gli altri suoi fratelli. L'ho davvero detestato e in alcuni momenti avrei voluto prenderlo a pugni!
Secondo me Medea ha provato la stessa cosa per Giasone quando l'ha conosciuto e si è innamorata di lui; forse l'ha visto e ha sentito un fuoco divorante attraversarle il petto, un fuoco che le faceva bollire il sangue prima di evaporare, caldissimo, da ogni centimetro di pelle. E' una sensazione così forte che non riesco a capire come mai non la provi anche Manny.

giovedì 5 luglio 2018

Recensione La ragazza con la Leica di Helena Janeczek [Guanda]




Perchè una donna che al fronte ci andava quasi ogni giorno, 
non doveva somigliare a un soldato?







La ragazza con la Leica
Helena Janeczek

Guanda | 07 settembre 2017  | 333 pagine | cartaceo 18,00 € | e-book 9,99 €



Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa: Ruth Cerf, l’amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando l’irresistibile ragazza gli ha preferito Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali. Per tutti Gerda rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di decenni. Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt’altro motivo, a dare l’avvio a un romanzo caleidoscopico, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante. È il suo battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l’ascesa del nazismo, l’ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l’ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finché Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.

Il pensiero di Blog Expres

Il gran giorno è arrivato! Questa sera verrà proclamato il vincitore della LXXII edizione del prestigioso Premio Strega e "La ragazza con la Leica" di Helena Janeczek fa parte dei libri finalisti!
Non ho avuto ancora l'occasione di leggere gli altri libri che fanno parte della cinquina, quindi non posso fare confronti, posso solo dirvi che il libro di Helena Janeczek si è rivelata una lettura  interessante e particolare.
Attraverso una ricostruzione storica molto ben documentata, l'autrice narra le vicende biografiche di una donna esistita davvero, ma prematuramente caduta nell'oblio ovvero la fotografa di guerra Gerda Taro morta sul campo di battaglia mentre documentava la Guerra di Spagna.
Gerda è stata anche la donna del famosissimo fotoreporter Robert Capa, colui che l'ha amata e gli ha insegnato ad usare la Leica coinvolgendola nel lavoro di reporter di guerra.
Le coppie si lasciano o restano insieme per motivi imperscrutabili, magari anche perchè lo stesso uomo che così spesso ti esaspera, riesce comunque a farti ridere.
Ciò che ho apprezzato di più del libro della Janeczek è l'originalità dell'impianto narrativo. Infatti il ritratto di Gerda Taro emerge dal ricordo di tre persone a lei molto care che attraverso il loro punto di vista alternato narrano la sua breve vita e i rapporti che hanno avuto con lei.