Allora vuoi sposare un uomo ricco?
Snob
Julian Fellowes
Neri Pozza | 2005 | 349 pagine | cartaceo 16,50€ | Ebook 6,99€
C'è stato un tempo in cui la tribuna della Royal Enclosure ad Ascot era davvero un luogo sacro, in cui principi e duchesse, famose bellezze e milionari passeggiavano sui prati curati in haute couture , e Edoardo VIII poteva accogliere l'incauto aristocratico che osò presentarsi un giorno in giacca di tweed con un: "Sta andando a caccia di topi, per caso?". Oggi, però, tra i visitatori della Enclosure fanno bella mostra di sé soprattutto uomini d'affari di mezza età accompagnati da consorti in chiassose mise di chiffon. I membri della più ristretta e antica aristocrazia inglese non hanno, tuttavia, cessato per questo di trarre un piacere quasi commovente dal vestirsi e comportarsi ad Ascot come se fossero a un elegante ed esclusivo evento fatto apposta per loro, e se ne vanno in giro per la Royal Enclosure salutandosi l'un l'altro come se partecipassero a un raduno ai giardini di Ranelagh nel 1770. Dalle gradinate della tribuna, Edith Lavery, la giovane e attraente figlia di un noto revisore di conti londinese, li sta, in questo momento, guardando con curiosità e attenzione. Edith non conosce nessuno di loro, nessun principe e nessuna duchessa, anche se, dopo il cocktail party che ha dato al Claridge, è stata ricevuta dalle figlie di svariati pari d'Inghilterra, compreso un duca. La sua frequentazione dell' upper class londinese (della "corte", come dice con una certa ironia sua madre) è però finita lì. Del resto, Edith non vive in un castello in campagna, ma in un appartamento su Elm Park Gardens, nella parte sbagliata di Chelsea; e la galleria dei ritratti della sua famiglia si arresta miseramente al nonno di suo padre, immigrato ebreo giunto in Inghilterra nel 1905 per sfuggire ai pogrom del defunto e non compianto zar Nicola. In compagnia di un attore e di una coppia di amici, Edith attende con pazienza l'arrivo della famiglia reale e pensa che nessun conte, nessun principe e nessun duca noterà la sua grazia giovanile, il suo elegante tailleur di lino celeste, il suo cappellino tondo senza tesa che le scende lievemente sulla fronte e le dà un'aria frivola e così sobria e chic, così in netto contrasto con le matrone di Ascot e i loro fronzoli di organza. Quello che l'attraente figlia del revisore di conti ignora è che, subito dopo la giovanile figura di Zara Phillips, l'unica esponente della famiglia reale presente in succinto abbigliamento da spiaggia, davanti ai suoi occhi appariranno i lineamenti carnosi e affabili di Charles, conte di Broughton, erede del marchese di Uckfield, figlio di Lady Uckfieldy, la celebre e terribile Googie, ancien riche che ha accresciuto la sua ricchezza con la Thatcher e l'ha raddoppiata con l'accomodante New Labour, aristocratico purissimo e… suo prossimo consorte. Con la sua scrittura elegante, misurata e ironica, che "ricorda Jane Austen e Ewelyn Waugh" (Tim Lott), Julian Fellowes ci offre, con Snob, un romanzo esilarante che ci svela i codici, i rituali, le abitudini di un mondo ostinatamente chiuso in se stesso e ossessionato dal pericolo di nouveaux riches e parvenus d'ogni specie.
Il pensiero di Blog Expres
Julian Fellowes è lo sceneggiatore di "Downton Abbey", vincitore del Premio Oscar alla migliore sceneggiatura originale per il film "Gosford Park", nonchè autore del romanzo "Belgravia", quindi era inevitabile che le mie aspettative verso il suo primo romanzo "Snob" fossero abbastanza elevate.
La mia esperienza di lettura con questo libro è stata davvero strana, ma la cosa più importante è che si è conclusa in maniera positiva.
Il romanzo si è rivelato più impegnativo del previsto, perchè l'autore con dovizia di particolari narra le vicende di Edith, un'arrampicatrice sociale che riesce ad entrare nel mondo dorato della nobiltà inglese sposando Charles, conte di Broughton.
La cosa davvero curiosa è che iniziando a leggere il libro si ha l'impressione che le vicende siano ambientate nell'Ottocento per poi scoprire che i fatti in realtà sono ambientati ai giorni nostri ovvero durante gli Anni Novanta, a dimostrazione di quanto sia stantio e ammuffito lo stile di vita della nobiltà inglese che viene descritta dall'autore con un frizzante ironia.
Tutte le vicende sono raccontate dal punto di vista di un certo attore, amico di Edith, di cui il lettore non riuscirà mai a scoprire il nome, ma che seguirà le vicende attraverso il suo acume e senso critico.
Il libro di Julian Fellowes si potrebbe definire un trattato sociologico sulla società inglese, in particolare nobiltà e alta borghesia, che è un micro cosmo fatto di Bon Ton e ipocrisia dove la noia, avvolta in carta velina, regna sovrana!
Gli inglesi dicono sempre che non dovevi disturbarti di ringraziarli quando, di tutte le razze sulla terra, sono proprio quelli che se la legano a un dito se non lo fai.
Mentre ho trovato molto divertente il nostro misterioso narratore, la protagonista Edith mi ha urtato i nervi dall'inizio alla fine, con i suoi ragionamenti sconsiderati e la sua mancanza di coerenza...
Ho ventisette anni. Non ho nessun titolo di studio e, quel che è peggio, nessun tipo di talento. Inoltre ho gusti che richiedono, come minimo, ottantamila sterline l'anno. Quando morirà, mio padre lascerà tutti i suoi soldi a mia madre e non credo che nessuno dei due uscirà di scena prima del 2030. Tu cosa mi consigli di fare?
Fa carte false per accalappiare un baronetto e poi getta tutto alle ortiche per poi pentirsene amaramente... Ho trovato molto più intrigante la suocera Lady Uckfieldy, che attraverso la sua determinazione ha saputo abilmente trasformare i suoi fallimenti in successi. Ovviamente Lady Uckfieldy non vede di buon occhio l'unione di suo figlio con una "borghesotta" e farà di tutto per mettere in difficoltà la sprovveduta Edith. Come temperamento mi ha ricordato Violet di Downton Abbey, interpretata dalla bravissima Maggie Smith, e forse per questo mi è rimasta particolarmente simpatica! Lady Uckfieldy pur incarnando perfettamente la Lady inglese attaccata all'etichetta, ha comunque sviluppato una certa saggezza e un acume che la rendono un personaggio davvero indimenticabile, forse quello riuscito meglio di tutto il libro.
Mi aveva detto che era un errore sposare un uomo volgare e squattrinato, cosa che, ovviamente, invece avevo fatto. Ma aveva aggiunto che, se dovevo rompere queste regole essenziali, allora dovevo fare in modo di sposare un uomo educato e gentile, perché la maleducazione e la crudeltà sono le uniche due qualità che avvelenano la vita.
La maggior parte delle vicende sono ambientate a Broughton, la sontuosa residenza di campagna che era stata progettata con un unico scopo, quello di far colpo sugli estranei. Non deve stupirci se nei fine settimana veniva aperta al pubblico per il giro turistico! Fa da contraltare alla noiosa vita di campagna fatta di battute di caccia e di cene interminabili, la città di Londra piena di locali esclusivi nei quali si accede sono se si possiede un titolo nobiliare.
Tutti questi usi e costumi sono descritti con dovizia di particolari e forse per questo il libro per me è stato un pò impegnativo da leggere.... Inoltre il ritmo narrativo, soprattutto all'inizio è abbastanza lento, poi verso la metà del romanzo la trama prende il sopravvento e allora vi assicuro che morirete dalla voglia di sapere come va a finire. Però lo stacco tra la lentezza iniziale e l'accelerazione finale mi ha lasciato un pò perplessa... E' come se l'autore si fosse addormentato mentre lo scriveva e poi d'un tratto si sia deciso a concluderlo un pò frettolosamente... Con cento pagine in meno sarebbe stato perfetto!
Spesso ho sentito paragonare questo libro ai romanzi di Jane Austen... A parte la centralità del matrimonio nella vita di Edith e delle eroine della Austen, per il resto non ho rintracciato altri punti di contatto, quanto meno nello stile narrativo...
Consigliato ai lettori pazienti che hanno tanto tempo da dedicare alla lettura!Non sarà molto elegante ammetterlo, ma perfino al giorno d'oggi la vita di una donna può cambiare radicalmente grazie all'anello giusto.
Post di Maria Milani
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