Buon sabato amici!!!
Finalmente questa lunga e faticosa settimana si è conclusa! Qui a Roma è arrivato improvvisamente un caldo torrido che ti toglie il respiro e la voglia di fare qualsiasi cosa. L'ideale sarebbe starsene tutto il giorno con i piedi a mollo in qualche bella fontana a leggere un libro :P
Scherzi a parte, oggi vi parlo di un libro molto bello ambientato a Roma durante la seconda guerra mondiale che vede come protagonisti due bambini ebrei che si salveranno grazie alla provvidenziale protezione di un loro coetaneo.
Il nostro gioco "Sogni sospesi"
Ilaria Pasqua
Leucotea Edizioni
17 marzo 2015
125 pagine
cartaceo 10,97€
disponibile anche in versione Ebook
Trama: "Devo portarla via di qui" è l'unico pensiero che Davide ha in mente mentre corre via dal ghetto insieme a sua sorella Flaminia, di cinque anni. È la mattina del 16 ottobre 1943 e i due ragazzini sono rimasti soli in una Roma che non riconoscono più. I tedeschi hanno preso in mano le redini della città, e loro non sanno dove rifugiarsi per sfuggirgli. Davide porta avanti il gioco iniziato dai loro genitori per impedire alla bambina di capire cosa sta succedendo. E così farà anche Enrico, un ragazzino dei quartieri ricchi che li nasconde in casa sua rischiando molto. Nonostante una prima iniziale diffidenza nascerà una bellissima amicizia che li salverà da un destino orribile. Continueranno a giocare tutti insieme, trascinati dai sogni magnifici di Flaminia, fino a quando non finirà la guerra, fino a quando non sfiorirà del tutto l'infanzia.
Estratto:
"Corri! Corri!" Urlai a Flaminia che continuava a rallentare, non riuscii a trattenermi, non riuscivo a stare al gioco. Avevo troppa paura che ci prendessero. Poi mi voltai verso mia sorella e vidi il suo volto contratto dai dubbi, la bocca storta come se stesse per piangere. E allora mi fermai e iniziai a ridere a crepapelle, «che faccia scema» le sussurrai alle orecchie stringendo il pacchetto che avevo raccolto dietro il divano, era lì da giorni, «non vuoi vincere? Se non corri lo farò io!» Dissi lasciandola andare, sulla sua faccia comparve di nuovo il sorriso, strinse i pugnetti e corse non per paura di essere catturata, come facevo io, ma solo per battere suo fratello. Solo per tagliare il traguardo per prima. Ricordo i suoi codini rimbalzarle sulla testa, nostra madre mentre li stringeva con attenzione perché sapeva che in dieci minuti, con la sua esuberanza, avrebbe finito per scioglierli. Ma li faceva comunque, ogni mattina.
Ogni giorno fingeva, compresi solo in quel momento, aveva paura quanto noi eppure sorrideva sempre. Così feci lo stesso anche io e continuai ad incitare mia sorella col sorriso sulle labbra.
Era il 16 ottobre del 1943, il giorno preciso in cui la mia famiglia venne distrutta.
Cosa ne pensate di questo libro?
Se vi interessa, potete trovarlo su Amazon a questo LINK
e potete visitare il sito dell'autrice QUI
e la pagina Facebook QUI
buon fine settimana!
A presto
Maria
Nessun commento:
Posta un commento