mercoledì 29 marzo 2017

Art & Books #13 La ragazza del dipinto di Ellen Umansky [Newton Compton Editori]




Dopo tutti quegli anni in cui aveva sentito di non meritare la felicità, in cui rubacchiava momenti belli ovunque le capitasse, in cui era convinta che un giorno sarebbe stata punita per essere sopravvissuta - dopo tutto quello - si ritrovò a desiderare, bramare di più.




La ragazza del dipinto
Ellen Umansky

Newton Compton Editori  | 23 marzo 2017  | 349 pagine | cartaceo 10,00 € | ebook 4,99 €

*Ringrazio Newton Compton Editori per avermi inviato una copia stampa in cambio di un'onesta opinione sul libro*


Vienna, 1939. Mentre lo spettro della guerra terrorizza l’Europa, i genitori di Rose Zimmer cercano disperatamente un modo per lasciare l’Austria. Non riuscendoci, decidono di salvare almeno la loro giovane figlia. Rose viene così affidata a degli sconosciuti e portata in Inghilterra. Sei anni più tardi, quando la guerra è finalmente terminata, Rose tenta di ricostruire la propria vita devastata: si mette quindi alla ricerca di un quadro di Soutine, appartenuto alla madre, e al quale la donna era legatissima. Dopo essersi trasferita a Los Angeles e aver trascorso lì la propria vita, Rose si imbatterà nuovamente nelle tracce di quel dipinto, diventato per lei quasi un’ossessione, e in Lizzie Goldstein, che ne è entrata in possesso dopo di lei. Tra Lizzie e Rose nasce un’amicizia inaspettata, destinata però a interrompersi bruscamente quando le due donne si troveranno di fronte a una verità dolorosa: un segreto che ha a che fare con il quadro di Soutine e che è rimasto nascosto per tanti anni… Una prosa cristallina per una storia che parla di nostalgia, dolore, perdita e perdono.


Il pensiero di Blog Expres

La vita è qualcosa di fragile e prezioso come un quadro di inestimabile valore, "Il fattorino" di Soutine, intorno al quale ruotano le dolorose vicende di Lizzie, una giovane donna californiana e Rose, un'anziana signora ebraica sopravvissuta all'olocausto.
"Il fattorino" di Soutine apparteneva alla famiglia di Rose, una famiglia benestante viennese ed era il quadro preferito di sua madre. Quando Hitler conquistò l'Austria i genitori riuscirono a far espatriare Rose e suo fratello Gerhard in Inghilterra dove furono adottati da due famiglie inglesi. Quando i genitori morirono, (presumibilmente in un campo di concentramento, perchè l'autrice ad un certo punto non ne dà più notizia) tutti i loro beni furono confiscati dai nazisti, finchè un bel giorno, finita la guerra, il quadro di Soutine arriva in una galleria d'arte newyorkese e viene acquistato dal padre di Lizzie per poi sparire misteriosamente una notte durante una festa...
I suoi occhi scuri si posarono sull'immagine e Rose seguì lo sguardo della madre. Non era un bel ragazzo quello raffigurato nel quadro. Troppo magro dentro la sua divisa rossa, aveva il viso pallido e oblungo. Il colore era denso, quasi gettato sulla tela, come se il pittore non si fosse preoccupato di essere preciso e accurato. Rose non capiva perchè alla madre piacesse tanto.

I miei sentimenti nei confronti de "La ragazza del dipinto" sono contrastanti e posso affermare con assoluta certezza che è stata una lettura "sofferta" sia per la storia drammatica di Rose che sicuramente ha prevalso sulle vicende dolorose di Lizzie, ma soprattutto, perchè al romanzo d'esordio di Ellen Umansky manca qualcosa...
Ho faticato un pò ad andare avanti nella lettura, perchè in questo libro ci sono molto ingredienti, forse troppi, e non tutti sono ben amalgamati tra loro.
C'è l'aspetto drammatico, l'ottima ricostruzione storica, ma è anche un libro che parla d'arte con un mistero sul quadro smarrito... Se l'autrice si è soffermata molto a ricostruire le vicende degli ebrei viennesi e del fatto storico del Kindertrasport, il treno pieno di bambini che li ha condotti alla salvezza verso l'Inghilterra, la narrazione risulta un pò carente per quanto riguarda il giallo del quadro smarrito, intorno al quale ruotano tutte le vicende, ma che secondo me poi si risolve in maniera troppo sbrigativa e poco convincente...
Lo stile narrativo è molto descrittivo soprattutto degli stati d'animo dei personaggi e di sicuro il mio preferito è quello di Rose, una donna con una vita travagliata che ha sviluppato negli anni una grande forza d'animo, ma anche molte fragilità e paure.
"Non è che devi proprio leggere tutto", disse Eva, come se leggere libri fino alla fine fosse segno di stupidità, qualcosa che avrebbe fatto solo un bambino. Rose strinse i suoi libri ancora più forte. Non valeva la pena stare a discutere, soprattutto con Eva.
Purtroppo non posso dire la stessa cosa di Lizzie, personaggio che ha attirato la mia antipatia fin dalle prime pagine e ahimè le cose non hanno fatto altro che peggiorare nel corso della lettura...
Tra Rose e Lizzie nasce una splendida amicizia e ho apprezzato molto il modo in cui l'autrice ha fatto crescere il loro rapporto così come ha ben descritto il legame di amore-odio tra Lizzie e suo padre...
Il libro si conclude con un finale aperto che lascia al lettore molti punti interrogativi neanche fosse il primo libro di una trilogia Fantasy...
In compenso la Umansky ha avuto il merito di farmi incontrare un pittore  che non conoscevo! Soutine è un'espressionista, amico di Modigliani e il suo quadro "I fattorino" viene descritto così:



Un giovane, con una divisa, una bizzarra divisa rossa con i bottoni dorati. Il volto e gli arti erano allungati, le orecchie elefantiache. Il naso era storto come se qualcuno gli avesse dato un pugno. Aveva una postura goffa, con la testa troppo grande rispetto al corpo. Sembrava non sapesse dove mettere le mani. Ma che colori!

           



Post di Maria Milani

2 commenti:

  1. Ciao Maria!
    Ho questo libro sullo scaffale della mia libreria da un mese circa, ma ancora non ho inziato a leggerlo.
    Ho letto recensioni poco entusiaste, quindi non mi aspetto granchè, ma proverò comunque a leggerlo per farmi un'idea tutta mia!

    Ps. Sono una nuova lettrice del tuo blog!
    Se ti va passa a trovarmi! :)
    http://stoffedinchiostro.blogspot.it/

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