Chi ben comincia è una rubrica ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri, che Blog Expres ha deciso di adottare.
Ad ogni appuntamento viene presentato l'incipit di un libro - già letto, in lettura o da leggere - in modo da aiutarci a capire se il libro merita la nostra attenzione.
Le regole della rubrica:
- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti
Buon giorno amici!
Come avete passato il fine settimana? Oggi voglio condividere con voi l'incipit di un libro molto bello che ho in lettura questa settimana: Bruges La morta di Georges Rodenbach pubblicato da Fazi Editore. Si tratta di una perla del Decadentismo, un'opera meno conosciuta rispetto ai capolavori di Baudelaire e compagnia bella, ma che con il passare del tempo ha comunque mantenuto intatto il suo fascino e la sua importanza. Ho scelto di leggerlo per due motivi: il primo è che questo libro ha ispirato il film "La donna che visse due volte" di Alfred Hitchcock e l'altro è che la città di Bruges emerge tra le pagine come un'entità personificata e questo aspetto secondo me è davvero affascinante! Come vedrete, l'incipit è poetico e struggente, venato di malinconia e di mistero.
Buona settimana e a presto!
leggi QUI la trama
Capitolo I
Il giorno declinava oscurando i corridoi della grande casa silenziosa, schermando di crespo nero le finestre. Hugues Viane si preparò a uscire, come usava fare ogni giorno, nel tardo pomeriggio. Senza occupazione, solitario, trascorreva l’intera giornata nella sua stanza, un’ampia camera al primo piano con le finestre affacciate sul quai du Rosaire, lungo cui tutta la casa si stendeva, specchiata nell’acqua. Leggeva un po’: qualche rivista, qualche vecchio libro; fumava molto; fantasticava davanti alla finestra aperta nei giorni grigi, perso nei suoi ricordi. Viveva così da cinque anni ormai, da quando si era stabilito a Bruges, all’indomani della morte di sua moglie. Erano già passati cinque anni! E ripeteva tra sé: "Vedovo... essere vedovo... io sono il vedovo" Una parola così breve, e irrimediabile di una sillaba sola1, senza eco... Parola dispari, che dice troppo bene l’essere senza compagno. La separazione era stata tremenda. Egli aveva conosciuto l’amore nel lusso, negli svaghi, nel viaggio, attraverso paesi sempre nuovi che rinnovavano l’idillio. E non era soltanto la tranquilla dolcezza di due sposi esemplari, ma la passione intatta, la febbre continua, il bacio mai sazio; l’armonia delle anime, distanti e tuttavia unite, come le rive parallele di un canale che mescola i loro due riflessi.
Cosa ne pensate?
A presto amici-ci
per una nuova puntata di Chi ben comincia!
Maria
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