martedì 28 giugno 2016

Vintage Books #21 Recensione Bruges La Morta di Georges Rodenbach



Aveva cercato di eludere la Morte, di vincerla e beffarla grazie al raffinato artificio di una somiglianza. 
Forse la Morte si sarebbe vendicata.



Bruges La Morta
 Georges Rodenbach

Fazi Editore | Giugno 2016  | 120 pagine | cartaceo 15,00 € | Ebook disponibile


*Ringrazio la casa editrice Fazi Editore per avermi inviato una copia cartacea in cambio di un'onesta opinione sul libro*


Incapace di superare il lutto per la morte della giovane e bellissima moglie Ofelia, Hugues Viane si trasferisce, insieme ai cimeli della defunta, a Bruges, dove vive nel ricordo e nella nostalgia della donna perduta. Esce di casa soltanto quando si fa buio e passeggia tra le stradine malinconiche della città, che alimentano ulteriormente la sua tenace, invincibile tristezza. Una sera, per caso, incontra una donna, Jane Scott, che sembra la copia esatta della moglie. Con il passare del tempo, però, si rivela molto diversa da lei: capricciosa, irrequieta, futile, amante del lusso e della ricchezza, Jane ha assai poco da spartire con l’anima, la grazia, la dolcezza di Ofelia. E l’insana relazione fra i due, nutrita soltanto di false illusioni, prenderà presto una piega del tutto inaspettata.
A oltre un secolo di distanza, questa storia tragica e avvincente mantiene intatta la sua fortissima capacità di suggestione, rivelandosi una lettura indimenticabile. Un libro
che sembra sostare a un crocevia, condensando l’immaginazione di un’intera epoca e nello stesso tempo lanciando verso il futuro la sua provocazione fantastica.
Il lettore di oggi, nutrito di cinema, potrà riconoscere in Bruges la morta, come sulla lastra di un vecchio dagherrotipo, la stessa atmosfera allucinata di un grande capolavoro di Hitchcock, "La donna che visse due volte", che fu ispirato proprio da questo romanzo.


Il pensiero di Blog Expres


"Bruges La Morta" di Georges Rodenbach, pubblicato per la prima volta nel 1892, rinasce  con una nuova veste grafica grazie a Fazi Editore.
Poetico, evocativo, inquietante, dark: "Bruges La Morta" possiede tutte le carte in regola per essere considerato un vero e proprio classico del Decadentismo, anche se purtroppo è un'opera poco conosciuta. Il protagonista Hugues Viane, vedovo inconsolabile per la perdita della giovane moglie, si trasferisce con i cimeli della morta a Bruges, città malinconica e silenziosa che sembra perfetta per lo spirito nostalgico e luttuoso del vedovo.
Incapace di rielaborare il lutto in maniera sana, Hugues Viane assume dei comportamenti che in una escalation di situazioni passeranno dal grottesco al maniacale fino al tragico epilogo.
Il suo dolore era diventato una religione.

Il rifugiarsi nel lutto in maniera così morbosa unito ad una fedeltà ostentata ed esasperata verso il ricordo di una moglie che non c'è più, venerata come una Santa, condurranno il protagonista ad avere dei comportamenti così aberranti da degenerare in tragedia, perchè come sostiene Marco Lodoli nella prefazione "[...] chi persegue una cieca purezza, è pronto per il crimine".
La casa diventa un reliquiario pieno di oggetti della defunta, conservati gelosamente, tra i quali spicca una lunga treccia conservata sotto vetro come una reliquia.
Il libro è intriso di morte e lo stesso protagonista sembra quasi crogiolarsi in questo stato mentale fin quando non incontra per le vie della città una donna, Jane Scott, che sembra essere identica alla moglie. Spinto da questa incredibile somiglianza Hugues Viane perde la testa e attraverso un'illusione di realtà inizia a frequentarla fin quando scoprirà che Jane non ha nulla del carattere dolce della defunta, ma si tratta di una donna così capricciosa da arrivare ad essere crudele.
Ben presto la realtà ha il sopravvento su quell'illusione di somiglianza e la delusione per la diversità tra le due donne sarà uno choc così grande che unito al carattere sfrontato di Jane faranno precipitare la situazione fino ad arrivare al finale sbalorditivo e sconvolgente!
C'è da sottolineare che l'autore ha saputo caratterizzare benissimo il protagonista, ma anche Barbe la sua governante zitella e bigotta così come Jane, attrice di teatro, frivola e cattiva.
Ho amato molto anche la dedica a Shakespeare che l'autore ha fatto con eleganza chiamando Ofelia, la moglie morta, ispirandosi alla tragica figura femminile di Amleto. Questo aspetto è stato valorizzato attraverso la bellissima cover che a sua volta, in maniera molto raffinata ricorda "Ophelia" di John Everett Millais (1829-1896) della corrente artistica dei pittori Preraffaeliti la cui arte, oltre ad ispirarsi al mondo shakespeariano, è considerata la trasposizione pittorica del Decadentismo!!!
La protagonista assoluta del libro è Bruges che gioca un ruolo fondamentale nell'intera vicenda. La città fiamminga non è solo una bella ambientazione che appare sullo sfondo, ma viene personificata e rappresenta l'alter ego di Hugues Viane. Bruges è la sua cattiva coscienza che gli sussurra parole di morte attraverso il vento e attraverso il rintocco delle campane e che con i suoi occhietti maligni lo scruta con severità dietro le sue numerose finestrelle e dall'alto dei suoi campanili.
Le città specialmente posseggono ognuna una personalità propria, uno spirito autonomo, un carattere riconoscibile che corrisponde alla gioia, al nuovo amore, o alla rinuncia, alla vedovanza. Ogni città è uno stato d'animo; e quando vi si soggiorna, questo comunica, si trasmette a noi come un fluido che, respirato con l'aria, entra a far parte del nostro corpo.
La scelta di personificare la città di Bruges mi è sembrata geniale e ha contribuito a rendere la lettura ancora più inquietante e coinvolgente.
Il romanzo è scritto in terza persona, ma lo stile narrativo è molto scorrevole e intrigante. Sicuramente il merito va a Catherine McGilvray per l'ottima traduzione dell'opera che pur essendo scritta alla fine dell'Ottocento si lascia leggere di gusto anche da un lettore contemporaneo.
"Bruges La Morta" è una perla della letteratura decadente che mi ha stregato e coinvolto dalla prima all'ultima riga, lasciando aperta una riflessione sul senso di colpa che in maniera subdola si insinua nell'anima avvelenandola fino alla sua completa distruzione....

Lo invase un disagio, quasi una vergogna: non osava più pensare a colei che aveva pianto così a lungo e nei cui confronti cominciava a sentirsi colpevole.





Nota sull'autore: Nato a Tournai in Belgio nel 1855, è considerato uno dei più grandi poeti e scrittori belgi di sempre. Visse gli anni della sua piena maturità a Parigi, dove morì nel 1898.

Post di Maria Milani

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